Si narra che gà nei primi anni del Nocevento, pittori,bohemien ed intellettuali del tempo avessero scelto questa locanda, situata sotto il colle di San Giusto, come ritrovo abituale. Fra tutti si ricorda James Joyce. La sua dimora distava infatti pochi passi dall'osteria ed è tuttora emozionante immaginare che lo scrittore irlandese trascorresse qui il suo tempo durante la stesura di quello che è considerato il suo capolavoro, l"Ulisse",oppure che seduto fra queste mura si incontrasse con Italo Svevo per dar vita a straordinarie collaborazioni e scambi di opinioni .....
In questo suggestivo locale ,che ha conservato negli anni molta della sua originalita', si respira profumo di storia e di memorie... Le pareti sono rimaste immutate nel tempo ed è impossibile non farsi incuriosire dai ceppi dove sono state incise le date piu' significative della storia di Trieste. Su uno di questi, oltre al simbolo della città di Trieste, vi sono appesi una forchetta,un mestolo ed un cucchiaio a significare la "convivialità". Numerosi e particolari i quadri e i ritratti: in passato artisti squattrinati ancora in cerca di fama e successo non potendo pagare il conto, lasciavano in pegno le loro opere; spesso pero' si trattava di un vero e proprio gesto di amicizia e di riconoscenza verso quell'oste che ha reso celebre questa locanda e che ancora oggi molti ricordano con ammirazione: Libero!
In citta' egli era un vero personaggio, un uomo all'apparenza burbero ma buono e generoso tanto da guagagnarsi il titolo di "oste di tutti": Libero era amato da tutti, dai vecchi e dai giovani, dai ricchi e dai poveri, dai mascalzoni e dai signori. Nell'anno 1994 "il Corriere della Sera "e nel 1996 "il Messaggero " dedicano un'intera pagina alla storia di quell'oste triestino capace di incantare intere generazioni con i suoi poetici racconti di vita vissuta e con i suoi bizzarri suggerimenti per migliorare il mondo. Celebre il suo progetto per raddrizzare la Torre di Pisa...
La vita di Libero è stata curiosa e colorata a tal punto da ispirare anche un libro: Gaetano Longo , nel suo "Libero,storia di un oste triestino"ripercorre in narrativa gli aneddoti che hanno reso questo uomo una leggenda popolare. Si dice però che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna. Nerina, moglie di Libero, lavoratrice instancabile e soprattutto donna paziente,di Libero è stata la forza.
E come non ricordare le sue mitiche patate in tecia....
Ora che Libero non c'è più, è il nipote Samuele che porta avanti la tradizione: lui nell'osteria ci è cresciuto e con la stessa passione tramandatagli dai nonni è alla guida del ristorante. L'Antica Hostaria da Libero è un posto speciale,un luogo dove si respira un sapore d'altri tempi che nessuna altra osteria puo' vantare.